Un lettore di questo Blog ha realizzato un sito che desidero segnalarvi perchè veramente molto bello ed originale. Si chiama: "Trinità dei Monti (Variazioni sul Tema)" Sul suo sito scrive: "Il sito è dedicato ad una delle più famose chiese di Roma, Trinità dei Monti, recentemente restaurata e riportata all'aspetto avuto nel '600. Il risultato del restauro" - continua l'autore - "filologicamente ineccepibile, genera però una certa nostalgia tra alcuni romani per le vivaci tinte, ormai perdute, che hanno ricoperto la chiesa per lunghi anni. I colori erano quelli della Roma post-unitaria (ocra, rosso, arancio) che oggi, in tutta la città, stanno cedendo il posto a tinte candide e leggere (azzurrino, confetto, giallino etc etc). Dalla "delusione" per il nuovo filologico quanto scialbo aspetto di Trinità dei Monti l'autore di questo sito ha tentato di realizzare, mediante fotoritocco, un immaginario restauro della chiesa che assecondasse i suoi gusti.."
Nel sito è possibile vedere anche altre versioni della Chiesa realizzate con grande fantasia dallo stesso autore.
A noi piacerebbe rivedere su Trinità dei Monti le tinte calde presenti negli anni passati. Nella foto piccola potete notare come si presentava la Chiesa negli anni Settanta. Come mai non si sono voluti ripristinare, tramite il recente restauro, questi bei colori? Ce lo siamo chiesti e poi abbiamo chiesto lumi al Presidente del Primo Municipio, Giuseppe Lobefaro.
Lobefaro ci ha risposto che anche a lui piacevano quelle tinte, ma che l'Ente responsabile della nuova estetica è la Sovrintendenza di Stato. Per il rispetto della privacy per ora non pubblichiamo i riferimenti della persona a cui ci è stato consigliato di rivolgerci, ma ci ripromettiamo di scrivere - anche a nome dei lettori che desiderano partecipare all'inchiesta- e chiedere spiegazioni sui motivi che hanno indotto la Sovrintendenza a dare a Trinità dei Monti questo nuovo aspetto così algido, sperando che la prossima volta venga possibilmente ripristinato quello più caldo che ha caratterizzato -fino ad oggi, almeno- non solo la Chiesa in questione, ma l'intera Capitale.
Nel sito è possibile vedere anche altre versioni della Chiesa realizzate con grande fantasia dallo stesso autore.
A noi piacerebbe rivedere su Trinità dei Monti le tinte calde presenti negli anni passati. Nella foto piccola potete notare come si presentava la Chiesa negli anni Settanta. Come mai non si sono voluti ripristinare, tramite il recente restauro, questi bei colori? Ce lo siamo chiesti e poi abbiamo chiesto lumi al Presidente del Primo Municipio, Giuseppe Lobefaro.
Lobefaro ci ha risposto che anche a lui piacevano quelle tinte, ma che l'Ente responsabile della nuova estetica è la Sovrintendenza di Stato. Per il rispetto della privacy per ora non pubblichiamo i riferimenti della persona a cui ci è stato consigliato di rivolgerci, ma ci ripromettiamo di scrivere - anche a nome dei lettori che desiderano partecipare all'inchiesta- e chiedere spiegazioni sui motivi che hanno indotto la Sovrintendenza a dare a Trinità dei Monti questo nuovo aspetto così algido, sperando che la prossima volta venga possibilmente ripristinato quello più caldo che ha caratterizzato -fino ad oggi, almeno- non solo la Chiesa in questione, ma l'intera Capitale.
4 commenti:
Mi piaceva più prima, ma quando fu costruita la Chiesa di Trinità dei Monti era così, semplicemente bianca.
I colori di Trinità dei Monti, come di quasi tutta l'architettura Romana fino all'800, non sono scelte estetiche ma "mimano" i colori dei materiali che vogliono rappresentare (e che, quasi sempre per motivi economici, vengono sostituiti dall'intonaco tinteggiato.
Sta a noi scegliere se rispettare questa intenzione originaria, o pensare di essere liberi di scegliere i colori come un foulard da abbinare al tailleur. Per me non c'è neppure da chiederselo, qui non si tratta di "gusto" ma di storia dell'architettura.
Sarei molto curioso di sapere dove la Sovrintendenza di Stato ha potuto verificare che la chiesa di Trinità dei Monti aveva in origine questa uniforme tinteggiatura bianca, oserei dire da "imbianchini".
Credo che gli unici elementi che abbiamo, visto che nel 600 non esisteva ancora la fotografia a colori, siano le raffigurazioni pittoriche degli artisti dell'epoca e successivi (penso ad esempio a Van Wittel) che non raffigurano affatto un'architettura interamente bianco-cadaverica, ma piuttosto policromie su vari toni caldi, che evidenzano le strutture delle lesene, dei marcapiano ecc.
Anche io vorrei fare un appello per ripristinare i meravigliosi colori ocra,arancio,rosso che rappresentano la luce di Roma e creano meravigliosi contrasti col bianco delle cupole e degki orologi sui campanili
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