giovedì 15 maggio 2008

Mini accampamento zona Via Giulia: che fare?

sopra: vicolo della Moretta

Ricevo e pubblico:

Buongiorno,

Mi rivolgo a Lei dopo che - avendo chiamato Vigili, ASL, Comune - mi sono sempre sentita rispondere " Non è di nostra competenza".
Io abito in Via Giulia 134, in un palazzo di interesse storico (Chiesa di San Filippino annessa al palazzo) e su Vicolo della Moretta (che è una piazzetta), quindi sul retro del palazzo suddetto ed in pieno centro di Roma. Su questa piazzetta ormai c'è un accampamento stabile di barboni con tanto di tende, baracche, fornelletti, ecc!!
Non solo la vista di questa mini baraccopoli è un'indecenza, ma gli abitanti delle baracche e panchine fanno i loro bisogni contro il muro del palazzo con conseguenti olezzi..
Le domando: a chi bisogna rivolgersi per porre fine a questa spiacevolissima convivenza?
Spero in una Sua pronta risposta.
Grazie,
Anna Zaneva e i condomini di via Giulia 134
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Signora Zaneva, invieremo la Sua lettera al Primo Gruppo della Polizia Municipale, al Comune ed al nuovo Presidente del I° Municipio, Orlando Corsetti, sperando che possano trovare una sistemazione per queste persone.

3 commenti:

Massimiliano Tonelli ha detto...

Polizia? Municipale? Carabinieri. Ninete di tutto ciò. Questo caso -tristemente noto- come molti altri come questo, possono essere risolti in automatico. Semplicemente facendo ricorso all'arredo urbano, grande assente nella pianificazione urbanistica della città. Le panchine non devono essere, infatti, a "campata unica", bensì suddivise in due o tre 'scompartimenti' separati da braccioli in ferro della stessa anima delle panchine. In questo modo è praticamente impossibile lo stravacco, il bivacco e lo svacco.
Sono soluzioni semplici, immediata, a zero costi, adottate in tutte le città civilizzate di questo nostro pianeta.
Troppo facili per essere adottate anche qui.

Unknown ha detto...

non hai risolto un ciufolo sessorium, così, se non di vedere panchine orribili (penso alle panche antiche, chissà perché una volta di potevano fare)

io per esempio ho i barboni accampati fra le colonne del Palazzo. Che facciamo? ci mettiamo i punteruoli di ferro? Tipo torre saracena?

Prima di tutto va risolto il problema della loro assurda prepotenza e stupidità. Più volte, in inverno soprattutto, mi sono occupato di loro, senza mezzi termini.

Dalle coperte al cibo ai maglioni ai guanti. Il fatto è che rischiano di rimanere perfino stecchiti, ma proprio non vogliono andare alla Caritas o in luoghi creati su misura per loro.

Questo a incazzare. Perché non solo sei invasivo col suolo pubblico in maniera poco igienica e pretendi un mano. E ci mancherebbe che non te la do. Ma perché non vuoi sopportare di essere assistito da una competenza autentica?

Sapete perché? Me lo hanno detto tante volte loro, gli invisibili: Perchè non vogliono stare accanto ad altri come loro. Capite?

Questo non è giusto.

Si finisce così a dover chiamare quei poveri cristi di carabinieri, che oltretutto non possono fare molto.

Anonimo ha detto...

Cari rondoner,sessorium e abitanti di Via Giulia,penso che la problematica dei clochard sia molto delicata,fare una breve valutazione mi sembra riduttivo.Non penso che l'aiuto dei cittadini comuni possa bastare ad esseri umani che avrebbero bisogno di professionisti in loro aiuto con determinate competenze e non mi sembra proprio che esista un ingranaggio strutturato in tale maniera da fronteggiare tali problematiche in questa città. Stupidità? rondoner sta forse parlando dello stato di incoscienza per il quale una persona si butta via in questo modo.."Luoghi creati su misura per loro"..Stiamo parlando di esseri umani o di statuine? Bel modo di reintegrarli,bene così si risolve subito il problema se uno si butta via..Panchine con scompartimenti? dormirebbero a terra. Ho abitato per 10 anni all'Esquilino e ricorderò sempre i barboni accampati contro il muro appartenente all'edificio dell'Inpdap all'angolo di Via di Santa Croce in Gerusalemme,me li ricordo solitari accampati al freddo che ti entra nelle ossa durante i periodi invernali e durante la notte buia e nera; di giorno già non c'erano più e l'Inpdap assumeva le sembianze di un edificio dirigenziale altolocato con evidenti prove indiziarie di scheletri nell'armadio notturni proprio nell'angolo. Mi sono sempre sentita egoista e vigliacca a guardarli con quella compassione mentre facevo avanti e indietro col metrò o parcheggiando la mia auto per tornarmene a casa mia, sempre tirando via e non fermandomi mai. Vigliacca perchè per me stessa preferirei che la gente mi odiasse piuttosto che provare compassione per me. Egoista per stare in una casa mentre continuavo a pensare a loro fuori al freddo lì all'angolo, a pochi passi da me..