sabato 16 febbraio 2008

Che rispetto per le piste ciclabili?



A voi verrebbe in mente di passeggiare o parcheggiare con la macchina dentro una pista ciclabile?
Ieri sono stata in Prati, in via Marcantonio Colonna ce n'e' una bellissima, rossa. Accanto a questa c'e' il largo marciapiede della via. Purtroppo pero' la pista e' costantemente invasa da pedoni, macchine e moto (vedi immagini sopra). Segno, secondo me, di una grande incivilta' e menefreghismo. A Roma ci lamentiamo perche' non abbiamo alcuni servizi che invece esistono in altre citta' o Paesi stranieri. Beh, se quando - sicuramente con tanti sforzi economici- vengono costruiti, poi non li rispettiamo allora significa che non li meritavamo, non siete daccordo?

5 commenti:

fabio ha detto...

Martina, sono ovviamente d'accordo. La volontà da parte di molte persone c'è, purtroppo si scontra con la mancanza di educazione civica dell'altra parte (e più) dei cittadini.
A questo punto è evidente che qualcosa sia sfuggito, in Italia, sulle norme e i comportamenti da tenersi in una metropoli. Io noto molte signore far uso eroicamente della bicicletta, mentre cercano di mantenere un dignitoso contegno nel marasma del traffico. Devo dire che quando le vedo, vestite di tutto punto, per andare a lavoro o per altri servizi, con la borsetta sul cestino o a tracolla, affannarsi sui pedali respirando i fumi neri e destreggiandosi pericolosamente tra le auto sfreccianti, mi fanno molta tenerezza. E devo dire che quasi mi commuove la loro ostinatezza. Temo che prima o poi gettino la bici in uno scantinato, sharing o non sharing... perché il problema non è la mancanza di alternativa ai mezzi motorizzati ma l'intorno invivibile.

Anonimo ha detto...

Da anni vado al lavoro in bici e mi trovo benissimo sotto qualsiasi punto di vista. Non faccio gli striminziti 5 km consigliati ma 18 + 18 dall'Appio Latino alla Cassia. Non sono verde nè vengo da Marte, anzi da più di un pò ho superato i 50.
SE PO FA'
SE PO FA' (parafrasando Uolter e sperndo che Ergosum non mi additi a prezzolato piddiino.

La lussuosa ciclabile di Prati è un recente dono gradito che si aggiunge alla struggente bellezza mattutina della Ciclovia Tevere, insieme ai tranquilli ed eterni itinerari rinascimentali di Campo Fiori-Cappellari-BanchiVecchi_S.Angelo-P.za Cavour.

Insomma posso scegliere per trasformare la mia routine quotidiana sempre in una nuova godibile passeggiata nella mia amata Roma.
Più o meno almeno 10 km in ciclabile protetta e sicura, e i 7 colli uno dei tanti ridicoli luoghi comuni-alibi autoassolutori (max dislivello 25 m, come ben sapevano gli ingegneri idraulici dell'antica Roma).

Se po fà, PROVATE!!!!

Ho cominciato ad intervenire su questo bel Blog (grazie Martina) proprio per difendere i ciclisti che per sfuggire a sicuro cicletticidio in determinate condizioni SI RIFUGIAVANO SU LARGHI E DESERTI MARCIAPIEDI, dicendo che gli utenti deboli non dovevano litigare fra loro ma coalizzarsi contro il comune mortale nemico dell'abuso delle maghine ovunque e comunque, dei sorcicorrenti impuniti e dei SUVnormali microcefali doublesense.

Adesso che potrei protestare perchè si invade il Nostro spazio invece, confermo quanto già lungamente scritto in precedenza:

BEN VENGANO carrozzine di bimbi e handicappati a rifugiarsi dall'orrore isterico e criminale dei sorcicorrenti sulle oasi delle ciclabili: io non ho nulla da dire, anzi si, quando li incontro scampanello e sorrido e saluto perchè sono uno spiraglio di vita in mezzo a tanta frenesia mortifera.

Alcuni compagni di consolidata militanza ciclistica si incavolano per questa promiscuità, ma è assurdo: chi va in bici ama la giusta dimensione del tempo e rispetta la debolezza di tutti come la sua.

W le piste ciclopedonali !
OASI di SLOW-LIFE.

(Però alla fermata di Lepanto, non v'allargate così eccessivamente, che ci sono larga banchina bus e largo marciapiede...)

AVE caiofabricius VALE

Martina ha detto...

caiofabricius, il tuo atteggiamento e' molto..Zen!

Bravo, sei veramente comprensivo..ti faccio i miei complimenti, prova (forse) che e' piu' facile trovare persone con la mente aperta tra i ciclisti che tra gli altri cittadini (soprattutto gli automobilisti).

Io pero' saro' bacchettona o tedesca-svizzera nell'animo, ma le regole sono regole e ogni volta che si infrangono cosi' palesemente (e soprattutto a scapito di altri, in questo caso categorie per di piu' deboli) non ce la faccio a tacere.

Quei pedoni sulla ciclabile avrei voluto avvicinarli e chiedere loro: "scusi si e' accorto che e' sopra una pista ciclabile? ma perche' non cammina 2 metri piu' a destra visto che c'e' un bel marciapiede??.

Fabrizio, quella non e' una ciclopedonale perche' i pedoni hanno a disposizione uno dei piu' larghi marciapiedi che io abbia mai visto a Roma, perche' occupino posti non destinati a loro per me rimane un mistero..

Io mi accorgo ogni giorno di piu' che la gente vive senza coscienza, fa le cose per automatismo..oggi al supermercato una signora prendeva le uova fresche..senza guardare la data di scadenza (e subito dietro alla confezione che ha preso lei ce n'erano altre uguali ma deposte piu' tardi)..che cosa ci vuole a leggere la data di scadenza?
nemmeno le dovesse mangiare qualcun altro (o forse era cosi'? mah)

fabio ha detto...

È un problema di sicurezza. Ho assistito ad una famigliola che camminava con il carrozzino su una pista ciclabile, con tanto di ampio marciapiede a lato. Un ciclista già da lontano ha incominciato a scampanellare, era più logico che la signora si spostasse con il carrozzino che il ciclista deviasse sul marciapiede dove erano altri pedoni o peggio sulla strada. La signora non si è spostata. Il ciclista ha 'piantato' la bici e ne è nata una discussione. Ebbene la signora voleva avere ragione, come se il carrozzino le desse il diritto di precedenza...

Anonimo ha detto...

Ciao Martina, Il mio ZEN è abruzzo-romano, ma sono anch'io per il rispetto delle regole che fa bene a tutti, soprattutto ai deboli, malgrado le illusioni di pochi anarchici sinceri e la meschina viltà di grandi masse amorfe di furbetti negaregole.

In bici ci vado e lotto per la sua diffusione da anni, ma è solo da poco che cominciano ad apparire un certBisogna allearsi, il nemico della nostrao numero visibile di itinerari protetti esclusivi o, più spesso condivisi ciclopedonali.

Molte persone vedendo l'iniziale scarsa frequentazione in buona fede pensano di poterle usare come vere e proprie oasi-rifugio.

Ribadisco che se si tratta di anziani finalmente a passeggio, carrozzine di bimbi o handicappati o paralizzati come sia nostro dovere di cittadini per bene e consapevoli delle difficoltà altrui non irrigidirsi e pretendere chissà quali esclusività.

Anzi penso sia veramente un bel segnale "accoglierli" e sorridergli nella comune isola di serenità.

Anzi ben venga questo sforzo di impiego di risorse pubbliche per proteggere un variegato gruppo di soggetti deboli, ci saranno meno lamenti e un impiego più orizzontale e condivisibile delle disponibilità economiche frutto delle tasse di tutti.

Questo ovviamente nei pochissimi tratti ESCLUSIVAMENTE CICLABILI, mentre nella maggioranza dei tratti he sono stati inaugurati recentemente ricavandoli per lo più da larghi marciapiedi E' GIA' PREVISTA E REGOLAMENTATA LA promiscuità ciclopedonale con ovvi limiti di velocità per le bici.

In effetti ormai sono maturi i tempi per ricavare ulteriori SPAZI CICLABILI sottraendoli a chi ha avuto GIA' TROPPO: ossia il feticcio maghina che tutto pretende e che tutto assorbe, oltretutto senza mai accontetarsi.

Ma invece lo scoglio più duro per la concreta diffusione della ciclabilità è proprio l'opposizione dei piccoli politicanti di periferia campioni dell'antipolitica che attizzano e strumentalizzano i "vessati" possessori di 4°postomaghinamia contro l'ipotesi di moderni, civili e improcrastinabili itinerari ciclabili, che in una città pluricostruita non si capisce dove possano essere creati se non a scapito di PARCHEGGI O MARCIAPIEDI...

Le dichiarazioni belle e astratte rimangono valide per promesse elettorali dei soliti tromboni fasulli, ma per fare qualcosa di utile ci vuole pragmatismo e coraggio.

Detto questo a via Lepanto con un gran marciapiede e una bella banchina bus i pedoni in buona salute NON HANNO NESSUNA DIRITTO A TRANSUMARE COME BEOTI SULLA vicina ed esclusiva ciclabile.

W le regole ma w anche il rispetto dei deboli e la tolleranza verso i VERI sofferenti.

Insomma bici e pedoni devono imparare a convivere sia sulle ciclabili che sui narciapiedi larghi e deserti.

La vivibilità non è motorizzata.

UTENTI DEBOLI DI TUTTA ROMA,
UNITEVI!


AVe caiofabricius VALE