"Buongiorno,
in allegato troverete gli estratti di alcuni articoli del Corriere della Sera, del 11 e 12 febbraio scorsi [qui, qui, qui e qui, N.d.R.], nei quali viene trattato un argomento che credo interessi i residenti del centro storico. Tutto è nato da una lettera al quotidiano da parte di un cittadino che lamentava la costante presenza di macchine in doppia fila nei pressi di un noto ristorante del centro. Nella mia risposta ho messo in luce una possibile “sudditanza psicologica” dei vigili urbani nel colpire i “potenti” che fanno parte della clientela del ristorante in questione.
Questa mia opinione ha scatenato, come potrete vedere dal tono degli articoli, una veemente reazione di alcune categorie che evidentemente ignorano che il fenomeno della “sudditanza psicologica” è del tutto normale e riscontrabile in ogni settore delle relazioni sociali (vedi il comportamento degli arbitri di calcio nei confronti delle squadre più blasonate tanto per fare un esempio). Io, quale Presidente del Municipio, non ho competenze dirette sulla gestione del Corpo di Polizia Municipale e, in questi anni, mi sono dovuto limitare a suggerimenti sulla gestione delle risorse umane proponendo delle costanti rotazioni del personale in servizio quale contrasto proprio a fenomeni di
sudditanza. Di più, con buona pace degli intervistati, un Presidente di Municipio non può fare. Mi farebbe piacere conoscere il vs. pensiero (g.lobefaro@comune.roma.it) e, se lo riterrete opportuno comunicarlo anche al Corriere della Sera (all’indirizzo mail epalma@rcs.it) che negli articoli citati sembra ignorare la parte di cittadini che invece, attraverso telefonate e mail, mi ha comunicato la propria solidarietà.
Ringrazio per l’attenzione.
Giuseppe Lobefaro"
Da privata cittadina, nonostante abbia varie volte trovato collaborazione da parte del Comandante del Primo Gruppo dei Vigili, Carlo Buttarelli, per la risoluzione di problemi vari (spesso trattati in questo Blog), non posso che dare ragione al Presidente Lobefaro oltre che congratularmi per il coraggio nell'esprimere le sue opinioni.
Troppo spesso, avendo abitato un paio di anni fa a Trastevere, ho visto infatti piazze che dovrebbero essere pedonali -come Piazza della Scala- o vie in cui vi sono ristoranti -come Via Mameli- intasate di macchine in doppia e tripla fila i cui occupanti erano i clienti dei ristoranti.
Di più, a Trastevere una macchina su due di quelle parcheggiate nei vicoli che dovrebbero essere riservati ai residenti non espone il contrassegno dei residenti e a nulla sono valse le mie innumerevoli chiamate al I° Gruppo dei Vigili, perchè questi non si presentavano mai e la situazione infatti da allora è rimasta invariata (adesso nella mia abitazione ci vivono i miei genitori che mi segnalano le stesse problematiche di prima nella totale assenza dei Vigili).
Trastevere è una delle aree a piu' alta densità di locali di ristorazione di Roma e per ammissione di alcuni vicini, gestori di ristoranti, mi è stato detto che spesso c'è un vero accordo di "vivi e lascia vivere" tra Vigili urbani e Ristoranti, affinchè i clienti (potenti e non) non vengano "dissuasi" dall'accorrere -in macchina- in questa zona.
Questo accordo, chiaramente, è a tutto vantaggio di ristoranti (e forse anche dei Vigili, viene da pensare) e a svantaggio di residenti e turisti, che si trovano a cercare di sopravvivere in una città che è diventata ormai una giungla di macchine.
Mi viene da ridere nel leggere che l'associazione dei Vigili abbia richiesto le dimissioni di Lobefaro. Al contrario sono loro che in questo caso dovrebbero farsi un approfondito esame di coscienza e controllare chi non rispetta il proprio dovere sul lavoro, ma, si sa, spesso i peccatori - ed i loro amici- non riescono a vedere i propri peccati e c'è bisogno che qualcuno glieli faccia notare e - aggiungerei- li punisca affinchè non perseverino.
Torno adesso da un viaggio a San Francisco. Una città che non vanta certo un sistema metropolitano paragonabile a quello capillare di Londra o Parigi (il centro città è atttraversato da una sola linea), ma, comunque, sia in centro che in periferia circolano pochissime automobili.
Forse la spiegazione è da ricercare nel fatto che quasi ovunque è vietato parcheggiare. E lì i divieti vengono fatti rispettare, sia in città, che fuori (in autostrada la multa per chi getta una cartaccia è di 1000$!). Sembra proprio che gli amministratori locali americani abbiano scoperto il segreto per una civile convivenza, mentre noi qui a Roma ne siamo ancora all'oscuro.
3 commenti:
Lobefaro ha avuto coraggio, ma certo si è messo contro tutta la microrete dei piccoli potentati di commercianti, ristoratori etc. che sono ben coscienti dell'influenza psicologics (solo quella?) che li protegge. E hai ragione Martina a citare gli USA come esempio di come rendendo di fatto impossibile parcheggiare, e facendo rispettare il divieto, si ottengono benefici enormi sul traffico. Altro che macchine in doppia o tripla fila davanti ai ristoranti e vigili che fingono di non accorgersene.
La mia solidarietà è pubblicata oggi nelle lettere del Corriere della Sera.
qui? http://www.corriere.it/romano/
io non vedo nulla..
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