da Youtube. un filmato che mostra l'accessibiltà del sistema di trasporto pubblico a Chicago
Ricevo e pubblico:
"Spett.le Atac,
Sono una disabile in carrozzina, Vi Scrivo per denunciare che le vostre rampe per i disabili sono spesso rotte perché la manutenzione è nulla. Quando quelle poche volte funzionano, sono gli autisti a non saperle fare funzionare (tanto che alcuni per non fare brutta figura negano l’evidenzia dicendo che
la pedana non c’è!)
Ma la cosa che più mi fa arrabbiare è che quasi tutti gli autisti non riescono a capire che
devono accostare al marciapiede quando si fermano, per due motivi:
1) la sicurezza di tutti, disabili e non disabili, 2)
quando non accostano, la pendenza delle pedane aumenta fino a quasi il 30% dal piano stradale all’entrata.
Se l'autista accostasse l'autobus al marciapiedi, la rampa potrebbe appoggiarsi sullo stesso e sarebbe molto più agevole per il disabile ed il suo accompagnatore montare sull’autobus. Addirittura, il disabile potrebbe salire sull’autobus
senza l’accompagnatore, se non ci fosse tanta pendenza.
Ma passiamo al momento in cui, nel caso fortunato in cui la pedana funziona e
il disabile entra nell’autobus:
il disabile deve avere tempo per posizionarsi nello spazio riservato (quasi sempre occupato da utenti che stentano a capire che devono spostarsi da lì o fanno finta di non capire)
e deve essere messo in sicurezza con le cinture apposite che, guarda caso, quasi sempre non funzionano, sono rotte, spezzate (manutenzione assente). Ma anche quando le cinture ci sono e miracolosamente funzionano, i problemi non finiscono:
l’autista non attende mai che il disabile venga assicurato con le cinture e che siano messi i freni alla sedia, e parte mentre ancora l’accompagnatore sta aiutando il disabile a posizionarsi.
Mai l’autista chiede se è stata fatta questa operazione. Il contrario di quanto succede in altri paesi in cui sono stata e in cui l’autista non ripartiva fin quando io non ero messa in sicurezza, per non parlare del fatto che in questi paesi non esistono solo le cinture, ma anche ganci che bloccano le ruote della sedia con un meccanismo che di una banalità unica ma che funziona: non capisco perché in Italia non si riesca a fare cose banali, ma che funzionano.
E’ un dato di fatto che
nei mezzi dell’ATAC non è rispettata alcuna norma di sicurezza, basta una frenata a mettere in pericolo l’incolumità del disabile, tanto che sempre l’accompagnatore deve stare in piedi accanto alla carrozzina per prevenire un pericolo, come una frenata improvvisa, un
tamponamento, o un altro imprevisto.
Nel mio giudizio pesa sicuramente l’aver visto recentemente come funzionano in modo totalmente opposto le cose a Chicago, Barcellona, Amsterdam , Londra dove il servizio pubblico è praticamente perfetto, per ciò che concerne l’utenza disabile .
Ed è tanto triste sapere che Roma, una delle città più belle e importanti del pianeta, invasa ogni anno di turisti, che portano soldi e quindi i mezzi per poter migliorare i servizi, è sempre più ridotta ai minimi termini per ciò che concerne la mobilità, e soprattutto quando riguarda l’utenza disabile.
In conclusione, io penso che da oggi in poi non resta altro da fare ( e spero che anche altri disabili abbiano il mio stesso proposito) che, quando non funziona la rampa, oppure quando l’autista si comporta male oppure quando quando non funziona qualcos’altro sull’autobus, non tollererò più lo stato di cose dicendo per esempio all’autista “ va bene, aspetto un altro autobus”, ma risponderò ai disagi creati da voi a me, creando a mia volta disagi a voi, e alla clientela non disabile che non muove un dito quando vede lo schifo di cui sopra, ad esempio mettendomi davanti all’autobus impedendogli di ripartire o andando diritta a denunciare alla più vicina caserma dei carabinieri gli autisti che o fermano in mezzo alla strada o non si curano che io sia messa in sicurezza prima di ripartire.
Rosa Bonifacio"
Dal momento che L'Atac, nel suo sito, ha eliminato la possibilità di contattare il Servizio Clienti, invierò il post al loro
Ufficio Stampa.
AGGIORNAMENTO DELL'8 OTTOBRE : L'Ufficio Stampa dell'Atac ha gentilmente risposto. Nei commenti riporto la loro risposta e l'evoluzione della storia. L'Ufficio mi ha precisato che si può contatatre il servizio clienti, registrandosi al loro sito.