Da Repubblica:
19 Gennaio 2008
Stop alle buste di plastica usa e getta, ecocentri per selezionare i materiali della raccolta differenziata, distretti industriali per i rifiuti delle imprese e una rete di impianti di trattamento in tutto il Lazio.
Il documento del Pd regionale sulla gestione dei rifiuti è pronto. Il partito lo presenterà in un incontro pubblico la prossima settimana. Secondo il segretario Nicola Zingaretti che lo ha fortemente voluto e il consigliere regionale Mario Di Carlo, che ha dato un grosso contributo in virtù dei suoi trascorsi a Legambiente e alla presidenza dell´Ama, è la ricetta per raggiungere due obiettivi: fare a meno della discarica di Malagrotta e arrivare per il 2010 al 50% di raccolta differenziata in tutto il Lazio.
L'articolo prosegue, ma la notizia che mi ha lasciato perpressa è questa:
Cioè, se ho ben capito, per diminuire i rifiuti, il Pd sta pensando di promuovere, tra altri provvedimenti, la sostituzione delle tradizionali buste di plastica con delle buste - sempre di plastica- ma più resistenti, in modo che così si possano riutilizzare, su cui far pagare anche una cauzione.
In qualità di donna che fa spesso la spesa ed anche di cittadina che cerca di essere attenta alle problematiche ambientali, vorrei commentare:
1) Le attuali buste di plastica, con un carico normale, reggono in genere fino a casa e quindi se non si riutilizzano non è perchè siano poco resistenti, ma perchè- per esempio- vengono poi utilizzate per altri scopi quali gettare i rifiuti domestici, o anche perchè non sempre ci si ricorda di portare al supermercato le buste da casa.
2) Esistono buste resistenti e riutilizzabili che non sono di plastica, ma, per esempio, di mais. Vengono usate da alcuni supermercati o negozi biologici, si possono usare più volte e poi possono essere inserite nel compost, ovvero riciclate con l'umido. Le ho usate recentemente e sono resistenti esattamente come quelle di plastica dei supermercati.
Facendo delle ricerche in rete ho letto che Pecoraro Scanio - oltre un anno fa- si era proposto di farle diffondere, abolendo gli "shopper" di plastica, ma sembra che la cosa sia rimasta tra i buoni propositi e mai realizzata.
3) Non è detto che si debbano produrre ed usare buste di plastica per la spesa. Gli americani, notoriamente dei gran consumatori, portano la spesa in buste di carta. Queste possono essere di carta riciclata, si potrebbero distribuire nei supermercati e riutilizzare poi per la raccolta differenziata della carta (mentre adesso le più diffuse sono le buste di plastica, ed infatti si vedono perfino assurdità come mucchi di giornali gettati nelle campane del riciclo della carta, in buste di plastica!)
Che dite? Scriviamo due righe a Zingaretti o a Di Carlo?
Il documento del Pd regionale sulla gestione dei rifiuti è pronto. Il partito lo presenterà in un incontro pubblico la prossima settimana. Secondo il segretario Nicola Zingaretti che lo ha fortemente voluto e il consigliere regionale Mario Di Carlo, che ha dato un grosso contributo in virtù dei suoi trascorsi a Legambiente e alla presidenza dell´Ama, è la ricetta per raggiungere due obiettivi: fare a meno della discarica di Malagrotta e arrivare per il 2010 al 50% di raccolta differenziata in tutto il Lazio.
L'articolo prosegue, ma la notizia che mi ha lasciato perpressa è questa:
Cioè, se ho ben capito, per diminuire i rifiuti, il Pd sta pensando di promuovere, tra altri provvedimenti, la sostituzione delle tradizionali buste di plastica con delle buste - sempre di plastica- ma più resistenti, in modo che così si possano riutilizzare, su cui far pagare anche una cauzione.
In qualità di donna che fa spesso la spesa ed anche di cittadina che cerca di essere attenta alle problematiche ambientali, vorrei commentare:
1) Le attuali buste di plastica, con un carico normale, reggono in genere fino a casa e quindi se non si riutilizzano non è perchè siano poco resistenti, ma perchè- per esempio- vengono poi utilizzate per altri scopi quali gettare i rifiuti domestici, o anche perchè non sempre ci si ricorda di portare al supermercato le buste da casa.
2) Esistono buste resistenti e riutilizzabili che non sono di plastica, ma, per esempio, di mais. Vengono usate da alcuni supermercati o negozi biologici, si possono usare più volte e poi possono essere inserite nel compost, ovvero riciclate con l'umido. Le ho usate recentemente e sono resistenti esattamente come quelle di plastica dei supermercati.
Facendo delle ricerche in rete ho letto che Pecoraro Scanio - oltre un anno fa- si era proposto di farle diffondere, abolendo gli "shopper" di plastica, ma sembra che la cosa sia rimasta tra i buoni propositi e mai realizzata.
3) Non è detto che si debbano produrre ed usare buste di plastica per la spesa. Gli americani, notoriamente dei gran consumatori, portano la spesa in buste di carta. Queste possono essere di carta riciclata, si potrebbero distribuire nei supermercati e riutilizzare poi per la raccolta differenziata della carta (mentre adesso le più diffuse sono le buste di plastica, ed infatti si vedono perfino assurdità come mucchi di giornali gettati nelle campane del riciclo della carta, in buste di plastica!)
Che dite? Scriviamo due righe a Zingaretti o a Di Carlo?
1 commento:
In effetti la Finanziaria 2007 già prevedeva lo stop alle onnipresenti (soprattutto in mare) buste di plastica, ma senza regolamenti e multoni certi sono le solite grida manzoniane:
http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_02/buste_plastica_3bcbca82-a0a5-11dc-a70a-0003ba99c53b.shtml
Sebbene un gran passo avanti, anche le biodegradabili da mais o pomodoro (incredibilmente da tecnologia italiana) e quelle di carta non sono esenti da dubbi, specie se male o nulla riciclate.
Insomma non ce se la può prendere sempre e solo con i "polidici" (oddio, in effetti con gli emetici che stanno ritornando difficile avere riguardi...) se poi non ci si impegna ad essere civili e rispettare regole e territorio.
Insomma non ci sono molte alternative al ridurre, risparmiare, riusare, riciclare. E se non ci si arriva da soli, bisogna che qualcuno si "sporchi" e lo imponga come regola non aggirabile.
Vedi anche lettera a Serra sul Venerdì di Repubblica di oggi...
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